
La rete ha grandi potenzialità, ma nasconde rischi a cui i ragazzi vanno preparati
Un incontro per affrontare con le famiglie il tema della rete e social network, utilizzati anche dai nostri figli.
Per sensibilizzare i genitori sulle potenzialità e sui pericoli.
La settimana scorsa ho partecipato all’incontro “Famiglie nella rete”, organizzato ad Albenga da IMMAGINAFAMIGLIE, Associazione di promozione sociale e culturale – ETS.
La serata è stata condotta da tre psicologhi: Alfredo Sgarlato, Valeria Pavan e Laura Casnaghi.
Potenzialità e rischi della rete
I nostri ragazzi, spesso cominciando già in tenerissima età, utilizzano lo smartphone per giocare, per connettersi con il mondo, per socializzare utilizzando appunto anche i Social network.
Whatsapp, Facebook, Instagram, Snapchat, Musically, sono sicuramente tra i più utilizzati.
Alcune di queste piattaforme hanno enormi potenzialità, se utilizzate nel modo corretto da persone con un livello di maturità adeguato. Questo per dire che i ragazzi, in quanto tali, non possono essere sufficientemente maturi per destreggiarsi su network che includono una moltitudine di persone.
E queste persone possono avere scopi e intenzioni sane oppure no.
Spesso leggiamo sui giornali di adescamenti di adolescenti o raggiri avvenuti proprio sui social.
Sono episodi più frequenti di quanto si possa pensare e per questo noi genitori dovremmo vigilare e limitare la libertà dei nostri figli sui social, per poter garantire loro una crescita e uno sviluppo sano.
Lo smartphone, diciamolo, è una bella invenzione. Utilizzato adeguatamente ha moltissimi vantaggi e ci aiuta in tante piccole cose quotidiane.
Possiamo scattare una fotografia, scrivere un memo se siamo senza carta e penna, mandare un’email anche se siamo fuori ufficio, fare riunioni virtuali con partecipanti in diverse parti del mondo, rimanere sempre reperibili per i figli o per i genitori anziani. E poi, notizie in tempo reale, informazioni.
Lo smartphone ci concede moltissimo, ma attenzione, perché ci toglie anche molto.
Ci ha tolto la privacy e la libertà di rimanere offline. Parlo di libertà, perché provoca dipendenza.
Abbiamo la smania di controllare frequentemente se ci sono nuovi messaggi, nuovi like, nuove email. Dobbiamo scattare una foto e condividerla all’istante, dimenticandoci spesso che vivere appieno un bel momento ci dà molto di più che farlo vedere agli altri.
È il caso di sopprimere l’accesso alla rete?
Se è vero che oggi come oggi non è possibile farne a meno, è anche vero che si può “educare”, partendo da noi stessi, a farne un uso molto limitato.
Soprattutto con i ragazzi poi, è opportuno limare al massimo i tempi di utilizzo e sempre sempre sempre monitorato dai genitori.
Dobbiamo informarci, conoscere con una certa profondità gli strumenti che i nostri ragazzi utilizzano per socializzare. Per educarli e illustrare loro quali pericoli si nascondono dietro situazioni che possono sembrare innocue.
Questo è quanto mi è rimasto dal piacevole incontro in cui gli psicologi sono stati molto aperti all’ascolto.
Ho gradito molto la linea di comunicazione, pulita, senza né fronzoli né paroloni, molto scorrevole. Lo stile giusto per arrivare a tutti.
Una serata per confrontarsi sull’argomento, raccogliere e condividere dubbi, difficoltà e buone pratiche.
Maria
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